Swarm (2023)

In parte mi ha deluso, ma ne riconosco l’ottimo lavoro nella descrizione e la condanna dell’uso esagerato dei social media e di come modellano la realtà. Una mini serie horror con uno stile visivo anni ‘80 ma con un’impronta attuale, tecnicamente valida e per niente scontata. Si seguono le gesta di una ragazza, la cui ossessione per una cantante pop, divenuta dipendenza, la spinge a conseguenze estreme e brutali. Alla fine mi ha lasciato un senso di incompiutezza, forse dovuto ai pochi episodi, ognuno dei quali con una propria identità, ma che frammentano la linea psicologica del personaggio, invece di modularne la descrizione in modo da essere più interessante e profonda. Inoltre ho trovato fastidiosa l’ottusità della maggior parte dei personaggi, forse volta a condannare la superficialità dei rapporti umani ormai contaminati da quelli futili da social.
Interessante, ma poco riuscito.
Voto 6,5

 

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