Presence (2025)
Era da tempo che un film non mi faceva provare dei brividi. Complimenti al regista Steven Soderbergh. Anche stavolta “gioca” con il genere, lo stravolge, lo reinventa, lo manipola con maestria e lo trasforma con una invidiabile gestione del mezzo cinematografico. Una carezza di paura, quella vera, lieve, breve ma duratura, che si insinua nella profondità della pelle come un lungo spillo, poi difficile da togliere. Che piacevole sorpresa.
Voto 7,5
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